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La storia dell’Omino di Pan di Zenzero

Non c’è Natale senza gli Omini di Pan di Zenzero. In realtà la loro origine e la loro storia, nulla hanno a che vedere con le festività natalizie.

Infatti pare che, questi biscotti speziati, nascano dall’immaginazione della regina d’Inghilterra Elisabetta I, che volle far creare dei dolci a forma umana da offrire ai suoi ospiti più illustri.

Ma nel 1875, il “gingerbread man”,entra a far parte dei racconti popolari da narrare ai bambini, poiché lo troviamo come protagonista nella storia di San Nicola e in altre varianti a seconda del paese. Ognuno ha la sua versione, ma la più diffusa è questa:

Si dice che una vecchina, che non aveva avuto figli, decise di preparare dei biscotti a forma di omino. A un certo punto, a cottura quasi ultimata, sentì uscire dal forno, una voce lamentosa. La donna incuriosita aprì il forno ed ecco che sbucò fuori un biscotto che correndo gridò: “Corri, corri, ma tanto non mi prenderai mai, perché sono l’Omino di Pan di zenzero!” La vecchia provò ad acciuffarlo, ma non ci riuscì. Uscendo dalla casa, mentre si dava a gambe levate, l’omino incontrò una mucca, un cavallo e un maiale che tentarono di mangiarlo, ma ogni loro tentativo risultò vano e lui ridacchiando ripeteva la solita frase:” Non mi prenderete mai, perché sono l’Omino di Pan di Zenzero!”

Arrivato davanti ad un fiume si fermò. Incontrò una volpe che furba, gli offrì un passaggio sul suo dorso per portarlo dall’altra parte. Egli accettò, ma arrivati a metà del percorso, l’astuta volpe gli disse che l’acqua si stava facendo troppo alta e per non rischiare di farlo bagnare e sciogliere gli propose di spostarsi sul muso. L’omino si fidò, ma non appena si spostò il suo aguzzino lo mangiò.

La storia si conclude con l’omino che grida: “non ho più un quarto di me, metà di me, tre quarti di me… Non ci sono più”

Triste, ma con una profonda morale.

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