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La triste storia di Ninfa, la principessa dell’incantevole giardino laziale (Lazio)

Molti anni or sono, sulle sponde di un lago, in cui si specchiavano i laziali Monti Lepini, viveva Ninfa, una principessa bella, sensibile e molto dolce. Il suo castello era un maniero forte, ma piuttosto isolato per via delle paludose terre circostanti, infestate da zanzare portatrici di malaria, che impedivano un diretto accesso al mare poco distante. Il re, che desiderava con tutto sé stesso poter bonificare quelle paludi, pensò di chiedere aiuto, a due re confinanti, Martino e Moro, promettendo a chi sarebbe riuscito nell’impresa, sua figlia in sposa.

Ninfa, era felice, perché confidava nel fatto che, re Martino, del quale era perdutamente innamorata, con il suo ingegno, la sua pazienza e la sua bontà d’animo riuscisse a portare a termine il compito prima del malvagio Moro, crudele e infimo stregone.

Come da sua intuizione, re Martino, impiegò tutte le sue forze costruendo canali e dighe mentre Moro si limitava a guardare. Il tempo stringeva e giunti al termine dei giorni concessi dal sovrano, Ninfa osservò il suo amato sconfitto dalla palude mentre, al malvagio sfidante, era apparso un altezzoso ghigno sul viso. Fu allora che quest’ultimo con un sortilegio, magicamente prosciugò tutte le terre.

La principessa era disperata, non avrebbe mai sopportato di essere la sposa di quell’essere spregevole e meschino. Così, affranta e sopraffatta dall’angoscia, salì sulla torre del castello e si gettò nel profondo del lago.

Il suo corpo non fu mai ritrovato, ma tuttora si narra che la sua anima viva ancora tra quelle acque e che ogni giorno, torni in superficie per accarezzare le piante e i fiori del giardino che amava tanto, rendendolo sempre più rigoglioso e splendido.

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