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Festa di San Patrizio: Tradizioni, leggende e richiami italiani

17 marzo. Grande evento in Irlanda. Si celebra il patrono nazionale! E’ la Festa di San Patrizio.

Boccali di birra, apple pie e baldoria caratterizzano i festeggiamenti spesso accompagnati da richiami al folklore locale.

Ma chi era? Perché si vestono tutti di verde? Perché si porta un trifoglio? Tante domande. Tante risposte. Andiamo per ordine.

Nato in Scozia, si convertì al cristianesimo durante gli anni di reclusione in seguito a un rapimento da parte del re irlandese. Riuscì a fuggire, prese i voti e iniziò un percorso da missionario, aiutando e predicando la conversione.

La particolarità delle sue prediche consisteva proprio nel fatto di non voler cambiare le tradizioni celtiche, ma rafforzarle con la simbologia cristiana. Un esempio ne è la croce, che combina l’icona cristiana, con il sole, emblema celtico.

Per spiegare il significato di Trinità utilizzò un trifoglio, illustrando come, le tre foglie, fossero originate da un unico stelo.

Il verde che si indossa il giorno della festa, ricorda questa pianta, oltre al richiamo con i cattolici dell’Isola Smeraldo, distinti da questo colore, rispetto all’arancione dei protestanti.

Ritroviamo la medesima cromia, anche nella bandiera irlandese che porta il colore verde dei cattolici, l’arancione dei protestanti con al centro il bianco che rappresenta pace.

Le opere e la storia della sua vita interessarono da sempre le popolazioni irlandesi che gli attribuirono la realizzazione di alcuni miracoli. Tramandarono fino ai giorni d’oggi leggende e aneddoti che annualmente vengono rievocati nel giorno della ricorrenza della sua morte.

Anche la sua fuga divenne leggenda. Scappando verso la Francia utilizzò una mantella come zattera per attraversare la Loira. Riuscì a guadare il fiume e, giunto sulla riva opposta, lo mise ad asciugare sui rami di una pianta di biancospino.

Improvvisamente, benanche fosse inverno, cominciarono a germogliare dei fiori. Da quel momento in poi il biancospino iniziò a fiorire nella fredda stagione.

Il racconto più celebre che lo vede protagonista, è la cacciata dei serpenti. Pare che il Santo, dopo aver trascorso 40 giorni e 40 notti sulla cima di una montagna della Baia di Clew, scagliò, alle pendici di essa, una campana, che mise in fuga tutti i serpenti dell’isola, i quali si riversarono in mare inabissandosi per sempre.

Inoltre, tra le più famose storie, ce n’è sicuramente una che, in qualche modo, è legata anche all’Italia.

Il Pozzo di San Patrizio, che troviamo nella bella città umbra di Orvieto, è così chiamato perché simile alla Caverna Donegal.

Quest’ultima si trova in Irlanda e si dice, fosse stata indicata da Cristo a San Patrizio per invogliare i fedeli a visitarla. In essa, raggiunto il fondo, avrebbero potuto vedere con i loro occhi, tutte le pene dell’Inferno, da cui si sarebbero salvati solo con la remissione dei peccati.

Quale connessione con il Pozzo umbro? Esso ne trae semplicemente ispirazione, poiché, così come la grotta, sembra rappresentare i gironi dell’Inferno che scendono fino alle viscere della terra. Fortuna vuole però che visitandolo alla base si trovi solo dell’acqua e non delle fiamme.

E nella caverna? Cosa si trova? Nel 1497, per volere di Alessandro VI fu murata e successivamente nei suoi pressi fu costruita una chiesa, tuttora meta di pellegrinaggio.

Sacro e profano di intrecciano poi, quando gli irlandesi decidono, in questo giorno, di vestirsi da Leprecauno, un folletto dal cappello verde, calze bianche e barba rossa, custode della pentola d’oro, tesoro delle fate che secondo la leggenda si trova alla fine dell’arcobaleno.

Tradizione, culture e religioni che si intersecano tra loro.

La Festa di San Patrizio ai giorni d’oggi, rappresenta ancora, uno dei giorni più allegri dell’anno.

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