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La leggenda del drago del mare (Molise)

Sulla superficie del mare, regnava un drago sputa fuoco, Landoro, di cui tutti i pescatori avevano timore.

Era sereno un giorno, quando la bellissima Lada, sorvolò le acque con le ali che dopo tanto desiderio le erano state concesse dagli dei. Il drago la guardò, ma totalmente disinteressato, si inabissò senza darle importanza. La giovane invece, si spaventò a tal punto da tornare frettolosamente a riva, promettendo a se stessa di non dirigersi più verso il mare.

Era talmente turbata, che scoppiò in un pianto incessante. Un ragazzo le si avvicinò chiedendole il motivo di tanta disperazione. Era Geri, il figlio del Vento e della Quercia. La fanciulla raccontò l’accaduto talmente afflitta da far prendere al suo interlocutore una coraggiosissima decisione. Afferrò il pugnale e si diresse verso il mare per uccidere Landoro e permetterle così di poter volare di nuovo libera come i gabbiani.

Aspettando il ritorno di Geri, Lada si addormentò, e al risveglio, le acque, la spiaggia e tutto intorno a lei era rosso. Il drago era stato ucciso e, il suo eroe, era lì di fronte a lei.

Ma in realtà, il mostro non era affatto morto.

La vendetta del drago non si fece attendere. Di lì a poco, l’aria si fece irrespirabile, i pesci morirono, cosìcome tutte le persone compresi i due ragazzi.

Passarono molti anni prima che, dai petali di un fiore sbocciato sulle rive del fiume, nacquero essere viventi, che ripopolarono la terra di gioia, amore e speranza.

IMMAGINE: “L’onda”, Gauguin, 1888

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