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Celleno, il suggestivo “Borgo Fantasma” (Lazio)

Celleno, il suggestivo borgo fantasma nel cuore della Tuscia Viterbese è un luogo silenzioso, privo di vita, ma con tante testimonianze.

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IL NOSTRO TOUR DI CELLENO:

Battiti di ali agitate nel cielo, di uccelli che volteggiano cullati dal vento che fischia. Intorno, il silenzio! Non c’è rumore, non ci sono parole, risate… non ci sono passi, né corse di bambini. Celleno, il suggestivo borgo fantasma, riposa solitario, arroccato su uno sperone di tufo.

Si narra fu fondato da Italo, che lo chiamò così in onore di sua figlia Celenia. Altri credono che il suo appellativo derivi dal nome di un’arpia greca, che appare ancora oggi sullo stemma del Comune.

Abbandonato alla fine del 1800, sembra essersi rassegnato alla solitudine a cui è condannato.

Epidemie, frane, terremoti distruttivi, la lenta e graduale erosione a cui è soggetto, hanno portato ad essere, questo antichissimo insediamento etrusco, ormai totalmente disabitato.

Negli anni 30, gli ultimi abitanti del posto, hanno lasciato le loro case per ricostruire, a pochi chilometri, un paese nuovo e più moderno lasciando il borgo storico, privo di vita.

La storia millenaria di Celleno antica però, sembra correre tra i vicoli che si intersecano tra le vecchie case di tufo rosse ormai prive di intonaco.

Parla attraverso gli aliti di vento, che sferzano tra le edere rampicanti, tra biciclette rivestite di ruggine e resti di antiche costruzioni. Volteggia nella piazza che accoglie l’antico castello appartenente alla famiglia Orsini, che fu teatro di lotte tra Guelfi e Ghibellini.

Camminiamo a passo lento, percorrendo la via del Ponte che ci porta nella Piazza dove una volta batteva il cuore del borgo. Restiamo muti ad osservare.

La Chiesa di San Carlo, il Campanile, la Torre dell’Orologio, le Mura… tutto è immobile. Non c’è un tempo, non c’è un futuro… solo tracce di passato.

Lasciamo cadere i nostri passi sulle strade abbandonate, guardiamo oltre la cinta muraria che si affaccia su colline che assomigliano alle onde del mare.

Notiamo un piccolo e colorato dettaglio, l’Angolo del Bacio, che ci riscalda un po’ da quel brivido che continua a correrci lungo la schiena.

Ruderi, antichi attrezzi da lavoro, piccole esposizioni di vita quotidiana testimoniano come un tempo, questo borgo fantasma fosse pieno di vita. Come le persone animassero con sentimento il loro paese. Come gli abitanti con forza e coraggio hanno dovuto abbandonare la propria casa per ricostruirla altrove.

Celleno, rivela silenziosamente tutto questo, preservando ciò che resta della storia di un borgo, custodendo gelosamente ciò che ancora racconta di esso.

Se siete in viaggio nella Tuscia viterbese, non abbiate paura di visitare il Paese Fantasma, selezionato dal Fai come patrimonio da tutelare. Un borgo disabitato, ma che vive attraverso la memoria.

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