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L’Enrosadira: la leggenda di come nasce l’affascinante fenomeno (Trentino Alto Adige)

C’era una volta Re Laurino, sovrano del popolo dei nani, che dimorava nel suo regno incantato, completamente ricoperto di rose, sul monte Catinaccio.

Egli aveva una bellissima figlia, Ladina, amata da tutti.

La principessa, nonostante l’affetto dimostrato dai sudditi e da suo padre, si sentiva spesso triste e infelice.

Un giorno, però, vide in lontananza, un cavaliere del quale si innamorò perdutamente. Ladina riscoprì cosa significasse essere felici, ma qualcosa ancora la turbava… suo padre non le avrebbe mai permesso di coronare il suo sogno d’amore e di incontrare quel giovane.

La fanciulla, in cerca di una soluzione, ogni notte saliva sulla torre più alta del suo castello, in attesa dell’alba per invocare, con il canto, l’aiuto del sole.

La sua voce melodiosa correva lungo i prati, giù nei precipizi… volteggiava tra le nuvole e si intrecciava con il vento.

La brezza, volò lontano, portando con sé il soave canto, e raggiunse le cime del Latemar dove viveva il cavaliere.

Rapito dal piacevole suono, lo seguì, fino al Catinaccio, attraversando le rose che, mosse dal soffio del vento, lo condussero fino alla bella principessa. Vedendola il suo cuore iniziò a palpitare e dichiarò i suoi sentimenti a Ladina, che fuggì con lui nella notte abbandonando per sempre suo padre.

Al risveglio, il re, non trovando più sua figlia si disperò e, il vento, testimone della fuga, gli raccontò l’accaduto.

Il sovrano iniziò a vagare sconsolato nel suo giardino, tra le rose che lo avevano tradito indicando con il loro movimento la strada al cavaliere. Pieno di rabbia si chiuse nel suo castello e condannò i fiori responsabili della sua infelicità a non essere più ammirati per la loro bellezza, chiedendo alla notte di oscurarne i colori, affinché nessuno né di giorno né di notte li potesse guardare.

Le rose si trasformarono in pietra, ma, durante la sua maledizione, Laurino dimenticò di menzionare l’alba e il tramonto.

Così, da quel giorno, al sorgere e al calare del sole, per qualche minuto le cime del monte Catinaccio si tingono di rosa, dando vita all’Enrosadira, il fenomeno che, per qualche istante, fa emozionare con la sua bellezza facendo rivivere il giardino di rose che un tempo colorava la montagna.

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